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Come si costruisce un arco storico


Premessa: Lungi da me è la pretesa di ritenermi un mastro arcaio, di seguito troverete riportato solamente il metodo da me utilizzato, per realizzare un arco long bow di 74 inch in frassino, con 46 lb ad un allungo di 28 inch.

La cosa più importante è la scelta del materiale per la costruzione, in questo caso ,ho usato una doga in frassino, visto che dopo il nocciolo e il legno più facile da lavorare, per la realizzazione di questo arco ho usato una doga fornitami da un amico, la stagionatura era di circa 7, 8 mesi.
Quando si deve costruire un arco la prima cosa da fare è procurarsi il materiale, il periodo più propenso per il taglio, va da gennaio a febbraio, quando la pianta è ferma, il taglio và effettuato a luna calante (e secondo una leggenda popolare si deve aspettare che passi il primo martedì, da quando la luna ha iniziato la sua fase calante).

Possibilmente la pianta da abbattere deve avere un diametro di circa 20 cm, ed essere il più diritta possibile, l’albero perfetto non esiste……. dopo essersi procurati la pianta si passa alla fase di stagionatura, questo vuol dire prendere il nostro tronco, ingrassarlo con grasso animale o vegetale alle estremità, ed adagiarlo in piano su di una superficie asciutta.

Passati 3 o 4 mesi si provvede alla spaccatura del tronco i 2 o 4 parti, per poi ingrassare nuovamente il tutto, e legare insieme le spicchiature in modo che non si torcano, fino ad attendere il momento in cui la vostra doga sarà perfettamente stagionata.

I legni più pregiati per la realizzazione di un arco sono il Tasso, l’osage, il maggio ciondolo, e l’acacia, l’unico problema è che per realizzare un arco da questi materiali, bisogna avere una certa esperienza, cioè quella che per ora io non ho, quindi ho optato per un legno, definiamolo più volgare, ma anche più semplice da lavorare, il frassino, conosciuto anche come ornello.

Ma ora torniamo al nostro arco, finita la stagionatura,avremmo tra le mani una doga simile a quella della foto, nella fattispecie si trattava di una doga lunga circa 230 cm con una sezione triangolare i cui lati misuravano circa 10 cm.

Ora inizia la fase più faticosa, cioè rastremare i lati e ridurre ad una dimensione più accettabile quello che ancora chiameremo il nostro pezzo di legno, questa manovra può essere eseguita con vari utensili, per chi ne ha la possibilità io consiglierei una piallatrice elettrica, vi posso garantire che è molto meno faticoso, per quanto riguarda il mio caso questa manovra è stata fatta quasi tutta a mano.

Dopo la fase di rastremazione arriva uno dei momenti delicati nella costruzione, cioè riuscire a trovare il vostro potenziale arco, che si trova nascosto dentro al pezzo di legno che è sotto i vostri occhi,forse detto così vi sembrerà un gioco da ragazzi, ma vi garantisco che questo è stato uno dei momenti in cui mi sono trovato più in difficoltà.

Quando crederete di averlo trovato, è il momento di prendere una matita e buttare giù uno schizzo, cioè tracciare nel legno i profili, frontale e laterale, di quello che credete diventerà il vostro arco, io l’ho disegnato e cancellato 3 o 4 volte, prima di trovare quello definitivo.
Dopo aver tracciato il disegno, arriva il momento di ricavare il vostro arco continuando a sgrossare la nostra doga, questa volta però seguendo i segni tracciati precedentemente, per questa fase del lavoro ho usato pialla, scartatrice,lima a legno, e rasiera.

Nelle due foto soprastanti si vedono i progressi, con l’arco che prende forma.

Eccoci ora arrivati alla fase più delicata del nostro lavoro, ossia il momento in cui si inizia a lavorare il dorso dell’arco, quello che ci apprestiamo a fare, va eseguito con molta attenzione, qui di fianco sto togliendo la corteccia della pianta, con una rasiera auto costruita (ricavata da una barra d’acciaio). Quando effettuiamo questo lavoro si deve stare molto attenti a togliere solamente la corteccia, senza intaccare gli anelli di accrescimento dell’albero.
Danneggiare un anello di accrescimento danneggerebbe seriamente il nostro lavoro.

Nel malaugurato caso si intaccasse un anello, l’unico modo per rimediare la malefatta, è quello di passare all’anello di accrescimento successivo per tutta la superficie dell’ arco, quindi mi sento di dire che è meglio far bene il lavoro alla prima, per evitare che le cose si complichino in maniera esponenziale.

Dopo la missione precedente, questa sarà una passeggiata di salute, per ricavare i tips, ossia l’alloggiamento della corda, è sufficiente intagliare le estremità dei flettenti con un angolo di circa 45°, questo lo si può eseguire con un coltello, una lima, o un seghetto.

Adesso che il nostro ex pezzo di legno si può quasi chiamare arco, è il momento di montarci sopra una corda, e iniziare il lavoro di equilibratura, questo serve affinchè i due flettenti dell’arco pieghino e rispondano in modo omogeneo.

Prima di mettere il nostro arco sull’albero di equilibratura, è opportuno tracciare sul lato a vista dei punti di riferimento, partendo dal centro, diciamo uno ogni 10 cm su ognuno dei due flettenti.

Questo lavoro lo potremmo definire una registrazione di fine, quindi consiglio di usare una rasiera per togliere il materiale in eccesso. (come si può vedere dalla foto, inizialmente il flettente di sinistra, piegava leggermente più di quello di destra).

Il poggia freccia è un elemento opzionale, quindi sta a voi decidere se metterlo o no, nel caso decidiate di non metterlo è sufficiente fare un segno a circa 5/6 cm dal centro arco verso il flettente superiore, cioè il punto dove poi andrà a scorrere la freccia. Per il mio arco ho optato per un poggia freccia ricavato da un dente di cinghiale

Montiamo l’impugnatura che più ci aggrada.

Incordiamo il nostro arco, e assicuriamoci che la distanza tra la corda e l’arco sia di circa 7 inch, questo ci servirà per fare il punto di incocco sulla corda.

Ora che il legno è diventato un arco, è quasi giunto il momento di usarlo, prima però bisogna trattare la superficie con dell’olio di lino cotto, questa operazione va ripetuta diverse volte, fin quando il legno continua ad assorbire l’olio, quindi si aspettano un paio di settimane, almeno per far stabilizzare il tutto, e poi……. Buone frecce.

Durante la vita dell’arco è consigliabile, saltuariamente ripetere il trattamento con l’olio di lino cotto.

Alcuni degli strumenti utilizzati per la realizzazione del mio arco.

Mentre io stavo lavorando al mio arco, a qualche km di distanza il mio amico e compagno di squadra Mauro, stava lavorando ad un progetto analogo, con la doga gemella di quella che ho utilizzato io.

Lui ha utilizzato un approccio diverso dal mio, specialmente negli utensili usati, infatti, per realizzare il suo arco ha usato solamente, un coltello, una lima a legno, e un raschietto da cartongesso.

Pur partendo da un progetto comune i risultati non sono gli stessi come si può vedere dalle foto che seguono.

Inoltre l’arco di Mauro si differenzia in maniera sostanziale dal mio, nei tips, infatti lui ha deciso di rinforzarli, applicandoci un supporto in bambù

 

Arco di Mauro.

Di seguito un po’ di riferimenti:
Per realizzare i nostri archi siamo partiti da questo progetto iniziale trovato in rete.

Come però potrete vedere in corso d’opera, ognuno di noi ha preso strade diverse fino ad arrivare ai risultati sottoindicati. Le misure sono espresse in millimetri.


Il mio arco 74”

Arco di Mauro 76”

Con la speranza che questi scritti vi possano tornare utili, auguriamo a tutti buone frecce.

Paolo, Mauro e gli Arcieri del Lago.